Calvello è un paesino dell’entroterra lucano, in provincia di Potenza, che conta meno di duemila anime. Un luogo in cui la storia è stata fortemente influenzata dalla cultura religiosa e dalle lotte repubblicane. L’esempio più evidente dell’incontro tra le due culture è la chiesa di Santa Maria degli Angeli, nel rione “Piazza”, visibile già dalla valle dell’Agri. Una chiesa cinquecentesca decorata finemente con il gusto e la sensibilità artistica che contraddistingueva la popolazione locale. Si trattava di un edificio sacro che divenne presto il fulcro della vita degli intellettuali del paese, l’élite era, infatti, organizzata nella Congrega del Santissimo Sacramento.
A partire dal 1799, anno delle lotte repubblicane, qualcosa iniziò a muoversi nell’animo dei calvellesi, portando alla nascita di una tacita alleanza tra la classe borghese emergente e i contadini, quella stessa alleanza che avrebbe avuto un certo rilievo nel periodo del 1820-1821, l’ottimestre costituzionale.
Calvello fu interessata in quegli anni da un’attività di vendita carbonara che operava in tutta la Val d’Agri cospirando contro i Borbone e muovendosi in clandestinità per promuovere le istanze di libertà dei contadini, del popolo e per l’ottenimento di una costituzione. Tra questi, un calvellese è passato alla storia: il dottor Carlo Mazziotta, il quale operò attraverso un sodalizio con i ferrandinesi Venita e il melfese Corrado.
Sovente chi si opponeva al potere, veniva visto sotto una duplice veste. Le figure che si impegnarono nell’impedire la seconda restaurazione borbonica si collocavano a metà strada, infatti, tra il patriottismo rivoluzionario e la politica settaria: c’è chi definisce Carlo Mazziotta un patriota, chi un cospiratore dando al termine una connotazione “oscura”, figlia della storiografia del tempo.
LIBERTÀ E MEMORIA DI UN POPOLO
Per le sue riunioni segrete, la congrega aveva bisogno di un luogo che non destasse sospetti, motivo per cui fu scelta proprio la chiesa di Santa Maria degli Angeli, già testimone delle gesta rivoluzionarie antecedenti. Essa divenne così la sede dei cospiratori antiborbonici, la cosiddetta Lega Europea, che si riunivano sotto mentite spoglie. I suoi membri indossavano i paramenti dei confratelli della Congrega del Santissimo Sacramento e, vegliati dall’alto dall’immagine sacra della Vergine degli Angeli, decidevano le loro mosse e programmavano la loro azione sovversiva nei confronti del governo centrale.
Calvello era, dunque, il centro propulsore dei moti carbonari lucani e Santa Maria degli Angeli ne era la sede privilegiata. Una chiesa che diventava il simbolo del patriottismo e dell’intellettualismo sovversivo.
Presto, però, la società segreta iniziò a fare proseliti, raccogliendo intorno a sé esponenti interessati alle idee rivoluzionarie provenienti dalla Basilicata e dal resto del Sud Italia e fu per questo sorvegliata speciale.
La setta, così chiamata dalle autorità borboniche, giunse così alla sua fine drammatica. L’epilogo si ebbe dopo l’insediamento della corte marziale a Calvello, a seguito di condanne e arresti.
COM’È OGGI
La chiesa di Santa Maria degli Angeli di Calvello è un edificio imponente che, dal centro dell’abitato, domina il paese, oltre che il rione. Quella chiesa che in passato era stata l’espressione della fede religiosa e patriottica della gente del luogo, ricca di opere d’arte accuratamente collocate nel “pensatoio cittadino”, ora continua a essere motivo d’orgoglio, poiché roccaforte di ideali connaturati con il popolo che ancora oggi associa a quel luogo sacro. Sfortunatamente, però, non tutto il patrimonio artistico della chiesa e del borgo è stato conservato, cadendo vittima dell’incuria e del tempo, tradendo la generosità della comunità locale.