C’è un luogo in Basilicata dove si può mangiare il panettone tutto l’anno. È il laboratorio di Tiri, eccellenza nella realizzazione dei lievitati di tutto lo stivale.
Ad Acerenza, nel cuore dell’Alto Bradano, in uno dei borghi più affascinanti della regione, si produce il panettone pluripremiato Tiri.
Quella operata da Tiri con il suo lievitato è stata una rivoluzione che ha stravolto lo stereotipo che voleva il panettone come prerogativa del Nord Italia, il dolce milanese per antonomasia. Vincenzo Tiri ha saputo imporre il suo prodotto come un’eccellenza, non dimenticando mai le sue radici lucane, pur volando in alto.
La sua ricetta innovativa prevede l’uso del lievito madre, tre fasi di impasto e 72 ore di lievitazione per un panettone che propone sempre nuovi abbinamenti, audaci e ambiziosi come lo è il maestro lievitista nel cercare ingredienti di primissima qualità, apprezzati sia dagli esperti del settore che dagli amanti della tavola.
Il progetto dei pasticceri acheruntini ha inizio nel 1957 quando l’offerta del forno fondato dal nonno di Vincenzo si arricchisce anche della produzione di lievitati. Dal momento della sua apertura ad Acerenza, la strada è stata in ascesa e costellata di premi che hanno portato il panettone Tiri nell’olimpo della pasticceria nazionale e internazionale, in una storia di passione per il proprio lavoro.
Ad oggi il panettone Tiri vanta un palmarès da far invidia a un atleta olimpico. Per citarne alcuni, il lievitato è, dal 2014, “miglior panettone” secondo le più autorevoli classifiche dell’enogastronomia italiana.
La bakery di Potenza è una vera e propria “boutique del panettone” come è stata definita dalle riviste di settore, una tappa imperdibile per chiunque sia amante dei lievitati. E il panettone di Tiri è un cimelio che non conosce stagioni. Si tratta di un prodotto riconoscibile, studiato in ogni minimo dettaglio: dagli ingredienti al packaging con il suo colore distintivo, da scoprire tutto l’anno.