La Basilicata è una terra antica, che conserva ancora oggi riti e tradizioni quasi scomparsi. Tra i suoi monti e i suoi colli custodisce anche particolari retaggi culturali che ancora mantengono vive le loro tradizioni. È il caso della cultura arbëreshë, una minoranza che fa parte a pieno titolo dell’identità regionale della Basilicata. Deriva dalle antiche comunità di albanesi fuggite dalla propria terra, e interessa i comuni di Barile, Maschito e Ginestra nel Vulture, San Costantino e San Paolo Albanese nel Parco del Pollino.
Soprattutto a San Paolo Albanese, centro in cui le tradizione arbëreshë sono ancora particolarmente vive, vi potrebbe capitare di vedere passeggiare signore vestite con abiti coloratissimi, sentire parlare in albanese e partecipare a messe con rito ortodosso. O magari, se siete fortunati, di imbattervi proprio in un matrimonio arbëreshë. È un vero spettacolo dove in ogni momento rivive una tradizione fortemente radicata nella gente del luogo. Per la popolazione arbëreshë, infatti, il matrimonio non è solo un evento privato che unisce due persone, ma un vero e proprio fatto sociale, da celebrare con tutta la comunità. Normalmente il matrimonio arbëreshë si celebra di domenica, ma i festeggiamenti iniziano già il giovedì precedente, quando gli amici raggiungono gli sposi e cantano tutta la gioia che provano per la loro unione.
Il giorno del matrimonio, invece, è compito delle donne cantare per la sposa, mentre l’aiutano a prepararsi indossando i colorati abiti della tradizione, e a nascondere i capelli sotto il keza, copricapo in seta o velluto. L’arrivo dello sposo, pronto a scortare la sposa in chiesa, è annunciato da alcuni colpi di fucile, ma il ragazzo deve ancora aspettare: sarà infatti davanti alla porta di casa che il padre della sposa gli domanderà ufficialmente se la vuole. A suon di altri colpi di fucile la coppia si avvierà in chiesa, dove il matrimonio sarà svolto secondo il rito bizantino, che prevede consuetudini particolari oltre al classico scambio di fedi. Il primo a cui si assiste è l’incoronazione, momento solenne in cui il celebrante lega le mani degli sposi con un nastro, per poi posare sul loro capo due corone finemente decorate e lasciare che i testimoni le scambino per tre volte da una testa all’altra.
Poi arriva il momento di una tradizione tipicamente albanese, quella del cugliaccio matrimoniale. Si tratta di un pane preparato in casa a forma di nido per simboleggiare il nuovo nido d’amore degli sposi, che lo condivideranno attraverso le mani del celebrante. Subito dopo berranno per tre volte il vino da un calice comune, che poi sarà rotto in terra per sancire la completezza dell’unione. L’ultimo atto prevede che il celebrante guidi gli sposi, legati tra loro, e i testimoni in una processione che li vede girare per tre volte intorno all’altare a simboleggiare l’inizio del viaggio della vita insieme. Ora la coppia può uscire e festeggiare con la comunità, a suon di musica folcloristica, danze tradizionali e cibo tipico, in una festa che continua fino a notte inoltrata.