Francesco Lorusso e Antonio Menchise sono i due proprietari del “Bramea”, nuovo avveniristico tempio del gusto in Basilicata, nel comune di Palazzo San Gervasio. I due amici, uno in cucina e l’altro in sala, hanno aperto questo ristorante che ha portato in questa regione un nuovo concept culinario. Il locale, nato in un rudere ristrutturato della Villa D’Errico, è ispirato alla farfalla del Vulture, appunto la Bramea, simbolo del territorio, definito un fossile vivente perché sopravvissuto dalla Preistoria ai giorni nostri solo in questa zona.
La proposta gastronomica del ristorante è completamente diversa dalla tradizionale cucina lucana: avanguardistica, a tratti concettuale, con un menù stagionale che si basa solo sull’estro dello chef Francesco mentre ad Antonio spetta di guidare la sala e di accogliere e raccontare alla clientela l’idea che c’è alla base di ogni portata.
Oltre al menù alla carta, da “Bramea” si possono intraprendere cinque percorsi di degustazione che meritano tutti un’attenzione particolare. In primis c’è il “Vegetali” un menù da 4 portate al costo di 40 euro, poi il “Terre e territorio”, un viaggio fatto di carne podolica servita dall’azienda agricola Deus di Brindisi di Montagna, con 4 portate al costo di 50 euro. Se si ama il pesce, allo stesso prezzo, si può fare il “Mare e Lago”, con specialità che arrivano anche dal Sirino. Chiudono l’elenco il menù “Intermedio”, un mix di mare e terra al costo di 70 euro con 6 portate e il “Due menti e un percorso”, un viaggio nel mondo “Bramea” con 8 portate a mano libera dello chef al prezzo di 90 euro.
Questo ristorante ospita un massimo di 20 posti a sedere per una clientela ricercata che arriva soprattutto da fuori, dalla vicina Puglia e dalla provincia di Matera: il “Bramea” cura al massimo tutti i dettagli per mettere gli ospiti a loro completo agio. Nella carta dei vini sono presenti una cinquantina di etichette, rappresentate da cantine regionali e nazionali. Su scelta di Antonio ultimamente sono stati inseriti anche prodotti d’eccezione provenienti dall’estero, come dei rosé francesi che meritano almeno un bicchiere.
SPECIALITÀ DELLO CHEF
Durante il periodo invernale, uno dei piatti più apprezzati al “Bramea” è stata la lingua di carne podolica salmistrata, servita con spuma al fieno, una salsa verde e una polvere di lamponi disidratati. Un altro piatto che merita sicuramente il viaggio sono i ravioli fatti in casa e ripieni di manzo cotto sulla brace, o gli spaghettini di verza all’aceto di riso, salsa barbecue e bottarga di tonno rosso.