Una guida completa e dettagliata alle 10 cose da fare e vedere a Tursi
A pochi chilometri dal mare, Tursi sorge arroccato su una collina che domina la natura circostante. Il borgo ha poco meno di 5.000 abitanti ma un territorio che si estende per oltre 16.000 ettari, ed è famoso per essere la città natale del poeta Albino Pierro, per il delizioso centro storico, per i calanchi e per la gustosa arancia Staccia.
1.Visitare la Rabatana
(credit_isassidimatera.com)
Primo nucleo abitativo di Tursi, la Rabatana è arroccata su uno sperone circondato da burroni ed è di origine araba. Non sorprende che il nome voglia dire “borgo fortificato”: il quartiere è raggiungibile solo da una salita lunga 200 metri che si snoda tra i burroni – “la petrizze” in dialetto – ed è pieno di vicoli scoscesi e gradinate tortuose che erano impossibili da espugnare. Visitando la Rabatana scoprirete le tracce della dominazione araba nelle costruzioni originali del nucleo primordiale.
2.Scoprire il Parco Letterario Albino Pierro
(credit_parchiletterari.com)
Tursi è il paese natale di Albino Pierro, poeta due volte candidato al premio Nobel per la letteratura. Si può scoprire la sua storia nel Parco Letterario “Albino Pierro”, realizzato nella casa dove nacque nel 1916 e situata nel centro storico, nel rione San Filippo. Al primo piano troverete una biblioteca dove sono conservate numerose sue opere e la sua collezione personale e una riproduzione dello studio della casa romana. Al piano inferiore, invece, si trova una pinacoteca con dipinti di artisti lucani ispirati alle liriche del poeta tursitano.
3. Ammirare i resti del castello gotico
Il quartiere della Rabatana si sviluppò intorno all’antico castello costruito dai Goti nel V secolo per difendere il territorio. Da Piazza Maria SS. di Anglona potete raggiungere i resti arroccati a 346 metri di altezza e scoprire la bellezza di un importante sito archeologico: intatti e visitabili sono rimaste alcune parti della fortezza e gli affascinanti cunicoli sotterranei. Una leggenda locale racconta di un cunicolo sotterraneo tra il castello e la chiesa della Rabatana, usata dagli antichi Signori locali per raggiungere indisturbati il luogo di culto.
4. Gustare i sapori tipici
(credit_tripadvisor)
La cucina di Tursi è stata fortemente influenzata dalla tradizione contadina, con il risultato di avere tramandato piatti genuini e caserecci. Tra i piatti più noti, i frizzuli ca’ millica o maccaruni ca’ millica, dei maccheroni lavorati con il ferro da calza e conditi con sugo di pomodoro e mollica di pane fritta. Ne potete assaggiare di squisiti da Nonnandò, trattoria poco fuori dal paese a conduzione familiare. C’è l’orto, c’è la vigna, e ci sono i migliori piatti della tradizione lucana e locale.
5. Assaggiare il pane di Tursi
(credits_pagina facebook panificio)
Dalla cultura contadina nasce anche la tradizione del pane casereccio, un vero vanto per Tursi. Ancora oggi sono molti i panifici che preparano il pane fatto in casa, tra cui a “pitta” (una specie di ruota piana) e “u piccillète” (una sorta di ciambellone bianco a forma di volante). Allo storico Panificio Santamaria li trovate entrambi, insieme a squisite focacce e altri ottimi prodotti tipici da portare a casa come souvenir goloso.
6. Visitare il Santuario Santa Maria di Anglona
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Arroccato su un colle a 263 metri di altezza, nella frazione di Anglona, il Santuario Santa Maria di Anglona è un affascinante tesoro sacro diventato monumento nazionale dal 1931. Si trova ad appena 11 km da Tursi e vale la pena di essere visitato. In stile romanico, all’esterno il massiccio portale con bassorilievi mentre l’interno è arricchito da una serie di affreschi decorativi.
7. Assistere alla festa della Madonna di Anglona
credit_parrocchietursi.orgNon è la festa patronale (il protettore del paese è San Filippo), ma è uno degli eventi più attesi dell’anno: l’8 settembre Tursi festeggia la Madonna di Anglona, un evento che ha grande valore non solo per gli abitanti del borgo, ma anche per gli abitanti dei paesi limitrofi. Le celebrazioni iniziano una settimana prima, con un programma ricco di appuntamenti religiosi, che culmina nella grande processione caratteristica dell’8 settembre fino al Santuario, seguita da appuntamenti gastronomici, teatrali e musicali per festeggiare il grande evento.
8. Conoscere l’arancia di Tursi
(credit_basilicatamagazine.it)
Non potete ripartire da Tursi senza gustare il suo prodotto più celebre: è l’Arancia Staccia, varietà che si coltiva solo nella zona compresa tra i comuni di Tursi, Montalbano Jonico, Colobraro, Valsinni e San Giorgio Lucano. Famosa per le sue dimensioni (può raggiungere i 900 grammi) e per la sua buccia spessa ma soffice, la polpa è senza semi e il sapore è squisito, perfetto soprattutto per le preparazioni dolci.
9. Dormire tra i vicoli della Rabatana
(credit_tripadvisor)
La zona più antica di Tursi è ricca di fascino e non c’è niente di meglio dell’alloggiare qui per respirarne tutta la magia. Per questo suggeriamo di dimorare al Relais Palazzo dei Poeti, progetto di ospitalità nato proprio per cercare di recuperare l’antico quartiere, ormai quasi del tutto disabitato. L’hotel è all’interno di un palazzo storico che ha mantenuto le caratteristiche originali, e inoltre è un rinomato ristorante di cucina tradizionale, con il suo cortile romantico e le caratteristiche sale in pietra.
10. Assistere alla manifestazione del presepe vivente
(credit_lucanomagazine.it)
Se vi trovate a viaggiare nel periodo natalizio non potete perdere la manifestazione del presepe vivente, l’evento più famoso di Tursi. Si tratta di un allestimento tra i vicoli del rione Rabatana che per tre notti riprende vita, diventando teatro esclusivo di scene che riproducono la storia della nascita di Gesù. Il presepe vivente di Tursi conta oltre 100 figurati in costume: un evento affascinante e un modo di vedere la Rabatana tornare a vivere.