Potenza. 7 luglio 1957, si inaugura il nuovo Ospedale San Carlo. Sono passati quattordici anni dall’armistizio del ‘43, tanti dai bombardamenti che hanno devastato il capoluogo della Basilicata, ferendola nel profondo.
Il 9 settembre 1943, infatti, si era verificata una situazione disperata: le esplosioni avevano raggiunto anche l’edificio che ospitava i malati. Il San Carlo era stato, così, gravemente danneggiato: una delle ali laterali e la parte centrale dell’ospedale erano crollate travolgendo pazienti e personale medico. Tra questi, il primario Ettore Lerro e le suore Vittoria Loiacono e Agnese Speranza.
Della struttura sarebbero rimaste le macerie e una lapide all’ingresso per ricordare le persone che trovarono la morte nel luogo dove avrebbero dovuto essere curati.
Coloro che, invece, il fato aveva voluto si salvassero, sarebbero stati spostati in un istituto gestito dai frati per i dieci giorni successivi prima, e ad Avigliano, poi.
La travagliata storia dell’ospedale di Potenza era stata segnata da continui spostamenti e lo sarebbe stata ancora.
A partire dagli anni Trenta, infatti, la sede del nosocomio potentino era stata spostata nel rione Santa Maria, tra i più danneggiati dalle bombe. Si trattava, non a caso, della zona di Potenza in cui vi era la Caserma Lucania, quartier generale della VII armata. Nemmeno il Museo archeologico di via Ciccotti sarebbe sopravvissuto agli attacchi di quei drammatici giorni.