Il 17 gennaio 1735 Matera è in festa: per le strade ci sono luminarie colorate, drappi che scendono lungo le finestre e archi di trionfo messi lì per rendere omaggio a re Carlo III che è in arrivo proprio nella città dei Sassi.
Salito al trono di Spagna e partito dalla Sicilia, dove è stato di recente incoronato, re Carlo vuole conoscere i territori che ha appena conquistato sottraendoli agli austriaci. Comincia così il suo cammino verso la Lucania, raggiungendo proprio Matera.
Il vescovo Alfonso Mariconda accoglie il giovane sovrano, che viene ossequiato da tutte le personalità più importanti e in vista della città. Intanto la popolazione lo festeggia e lo fa sentire ben accolto a tal punto che decide di rimanere proprio in Basilicata per festeggiare il suo ventesimo compleanno.
Si trasferisce quindi a Montescaglioso, dove, nella suggestiva Abbazia di San Michele Arcangelo, vive negli appartamenti più lussuosi, per tre giorni.
Dopo questo soggiorno in terra lucana, Carlo III decide di avviare dei controlli sull’intera regione, perché vuole capire le reali condizioni di vita in cui versa la popolazione. Perché nonostante la gioia con cui l’hanno accolto, il giovane sovrano è rimasto colpito dalla povertà dilagante.
Perciò, attraverso l’avvocato Rodrigo Maria Gaudioso, avvia un’inchiesta su diversi comuni dell’Italia Meridionale dalla quale si evince che, nel 1754, nella provincia di Matera ci sono 3.159 famiglie, delle quali 24 vivono in ottime condizioni perché nobili, 8 vivono nel patriziato, 47 nella classe dei professionisti e 31 tra gli impiegati. L’elevatissimo numero restante è composto da nullatenenti e gente poverissima che vive di solo lavoro giornaliero.
Purtroppo però, nonostante l’iniziale interessamento di re Carlo III, la situazione per la Lucania non è destinata a migliorare.