A 102 metri da terra si vivono emozioni forti, quando si è sospesi a metà tra terra e cielo… O meglio tra la Terra e la Luna.
È il 6 aprile del 2017 quando viene inaugurato il famoso Ponte alla Luna. Siamo a Sasso di Castalda, un paese di poco più di 800 anime visionarie che hanno dato vita a un grande attrattore sino a quel momento mai visto in Basilicata e nel sud Italia. Definirlo meramente “attrattore” è, tuttavia, un’ingiustizia perché quello che offre il percorso nel suggestivo borgo lucano è una sensazione irripetibile, un’esperienza che viene definita da chi l’ha vissuta in prima persona “magnifica”.
Quelli che portano dalla sponda del Fosso Arenazzo, da dove parte il percorso studiato, all’incredibile Ponte alla Luna, sono dieci minuti di trepidazione e di brividi che anticipano una “passeggiata” attraverso una campata lunga trecento metri sospesa nel vuoto.
Da lì su si vede tutto: come funamboli si cammina su di una passerella metallica che conduce dritti a una terrazza affacciata sul ponte da cui si gode di una vista mozzafiato.
Oltre ad ammirare il panorama di montagna, dopo aver concluso il percorso, si realizza l’impresa appena compiuta e si riflette sul legame tra quella terra remota e la Luna, in quegli stessi luoghi da cui nei secoli scorsi avevano deciso di emigrare i genitori di Rocco Petrone, la tigre di Cape Canaveral. Proprio su quel ponte, tesi e carichi di adrenalina, non si può non riflettere sulle sue parole “La via che conduce alla Luna è pavimentata di mattoni, di acciaio e calcestruzzo” e pensare di essere passo dopo passo sempre un po’ più vicini al pallido satellite.