Il 29 maggio le strade di Potenza si popolano di gente che arriva da ogni parte della Basilicata.
È il giorno della “Parata dei Turchi”, che rievoca tre importanti momenti della storia della città.
Si ricorda il patrono san Gerardo nel XII secolo con una preghiera in largo Duomo; si ripropone il momento della consegna delle chiavi d’argento della città ad Alfonso De Guevara, sesto conte di Potenza, risalente al XVI secolo; e si chiude con l’accensione della “iaccara”, un fascio di canne e legna, lungo circa 12 metri e dal peso di circa una tonnellata, che sfila sulle spalle, come nel XIX secolo, di venti devoti in abiti d’epoca e guidati dal “capoiaccara”. Seduta sopra c’è una figura burlesca diverte gli spettatori con poesie e racconti; infine, in piazza Sedile, dopo aver innalzato la “iaccara”, quest’ultima viene accesa in onore del Patrono.
La “Parata dei Turchi” trae origine dai racconti (seppure siano assenti prove storiche certe) che narrano di un’invasione di Potenzada parte dell’esercito turco nel XII secolo. I potentini, braccati dall’esercito nemico, chiesero aiuto al vescovo Gerardo Della Porta. Così san Gerardo fece il miracolo: grazie ad un corpo di angeli guerrieri, bloccò i Turchi in risalita sul Basento, scongiurando l’invasione di Potenza.