Di Arietemarzo – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28464009
Oggi è conosciuta come la diocesi di Melfi-Rapolla e Venosa che unisce i fedeli dell’area del vulture melfese. Non tutti sanno però che l’unione della diocesi di Rapolla a quella di Melfi è avvenuta il 16 maggio del 1528 per volere di Papa Clemente VII con un decreto che sanciva che da quel momento in poi la prima non sarebbe stata più completamente autonoma. L’istituzione di Rapolla come diocesi, risale al VIII secolo e fu autonoma con un proprio Vescovo fino al 1528 quando, unita a quella di Melfi, divenne “ugualmente importante”, fino al decreto del 30 settembre 1986 (giorno in cui le tre diocesi di Melfi, di Rapolla e di Venosa vennero unite e la circoscrizione ecclesiastica assunse il nome attuale).
La data del maggio 1528 è particolarmente rilevante nella ricostruzione della storia della comunità cattolica del vulture melfese e consente di comprendere l’importanza del territorio di Rapolla. La diocesi di Rapolla, sin dalla sua creazione, era stata elevata al rango di “diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede”: comprendeva sotto la sua egida anche realtà molto diverse tra loro come Atella e Ripacandida, storicamente legate al rito latino, e Rionero, Barile e Ginestra, accomunate dal rito greco, di matrice ortodossa. Con il decreto papale del 16 maggio 1528 veniva ad essere, di fatto, siglata l’unione tra due delle diocesi più grandi di tutta la Basilicata.