Nicola Chiaromonte, oggi ricordato come un grande intellettuale e filosofo, nasce a Rapolla, in provincia di Potenza, il 12 luglio 1905. La sua penna ha firmato alcune delle critiche più complesse allo sciovinismo e ai fascismi. Formatosi a Roma, dove si era trasferito con la famiglia a partire dagli studi liceali, il Chiaromonte elaborerà i suoi primi scritti e le sue prime riflessioni riguardanti i totalitarismi mostrando tutto il suo spirito critico. Le sue parole, però, lo avrebbero anche condannato a un mandato di cattura, un trattamento al tempo riservato agli oppositori dei regimi. Per questa ragione egli scapperà dapprima in Francia, poi si troverà a combattere contro l’esercito franchista tra le fila repubblicane in Spagna, maturando la concezione di antipolitica ritenuta essenziale per svolgere il proprio mestiere di intellettuale. Proprio la guerra civile spagnola diventa per Nicola Chiaromonte una sorta di prova evidente della negatività senza scampo dei due totalitarismi, nazifascismo e stalinismo. In questi vede un elemento comune, ovvero il tradimento del principio della libertà e dei diritti civili.
Il filosofo si sposta durante la sua vita in giro per il mondo: vive negli Stati Uniti e a Parigi, città dove si trasferisce per lavorare all’Unesco e a Roma, entrando sempre a contatto con gli intellettuali del suo tempo.
Se c’è un sottile filo rosso che accomuna tutte le esperienze di Chiaromonte, quello è l’interrogativo costante sull’autonomia intellettuale, fulcro del suo pensiero e della sua ricerca.