L’articolo sull’incendio pubblicato sull’edizione del 26 febbraio 1912 de “La squilla lucana”, giornale socialista (foto internetculturale.it)
Nella notte del 22 febbraio 1912, a Potenza, una piccola fiamma si accende all’interno dei locali in cui è posto il Museo Provinciale della città, nei pressi di piazza Mario Pagano, nel luogo che prima ospitava il carcere femminile. In breve, quella che era solo una scintilla diventa un incendio che divampa e distrugge ogni cosa. Anche la vicina biblioteca è danneggiata. Il danno culturale è enorme. Reperti antichi, risalenti al periodo magno greco o romano vanno perduti.
L’indomani, il fuoco è domato, ma nella strada rimane l’olezzo di bruciato e sono ammassate le vetrine che solo fino al giorno prima contenevano oggetti preziosi, disposti con cura, e che ora sono accatastati alla rinfusa l’uno sull’altro. Alcuni sono gravemente danneggiati, altri sono in frantumi o irrimediabilmente compromessi.
Il Museo dovrà essere ricostruito altrove e bisognerà fare in modo che sia maggiormente protetto da simili eventi..
Forse tra le testimonianze del passato potentino andate perdute, vi sono anche quelle raccontate da Tommaso Pedio, in Potenza, dalla fondazione al XX secolo, relative a una necropoli che sarebbe stata ritrovata in un punto imprecisato della parte sud-orientale del capoluogo. Oppure, i resti dei pavimenti a mosaico che si racconta fossero nei pressi del ponte romano San Vito.
Su questo, ormai, è possibile solo fare delle congetture.