Il 27 agosto del 1278 Carlo I d’Angiò, con una lettera inviata da Napoli, chiede espressamente ad alcuni costruttori e carpentieri potentini di partecipare ai lavori per il restauro del castello di Melfi (Potenza) che si sta svolgendo proprio in questi anni.
È il riconoscimento ufficiale dell’ottimo lavoro svolto dalle maestranze di Potenza dopo che la città è stata devastata per ben due volte in soli 5 anni. Prima dalle truppe di Carlo I d’Angiò, che l’avevano rasa al suolo per punire la nobiltà locale per l’appoggio offerto a Corradino di Svevia nella lotta per il potere del Regno di Sicilia; poi da un terribile terremoto che, nel 1273, aveva distrutto molte delle cose che si stavano già ricostruendo all’epoca.
Ora, Potenza ha un nuovo disegno urbanistico. La cinta muraria si è ampliata verso est, dove si è aperta la Porta Nuova e altre costruzioni si stanno erigendo, soprattutto nel rione San Gerardo, dove sorge la cattedrale e fioriscono le abitazioni più grandi ed esclusive.
Carlo D’Angiò è talmente colpito dalle capacità dei costruttori potentini da richiederne i servigi per il poderoso intervento che sta interessando il vicino castello di Melfi.