Luigi La Vista, scrittore e patriota lucano, muore il 15 maggio 1848, durante i moti liberali a Napoli, in nome dei valori in cui credeva. Nonostante la sua breve esistenza (morirà a soli 22 anni) il venosino sarà ricordato per essersi schierato contro i Borbone, a favore del ripristino della Costituzione del 1820 soppressa per ordine di Ferdinando II.
Sognava la libertà nel suo animo tormentato: sin dall’infanzia Luigi La Vista aveva dovuto fare i conti con il dolore per la perdita prematura di sua madre, un trauma che ha segnato anche la sua poetica e il suo stile letterario.
Di carattere gentile e affabile, nascondeva in realtà un desiderio inconscio di non deludere le aspettative dei suoi cari in un costante bisogno di approvazione e affetto. Questo il motivo che spingerà il giovane Luigi a lasciare gli studi letterari per quelli giuridici e a rinunciare a un grande amore per salvare suo fratello da una vita dissoluta. Patimento e disillusione hanno segnato una fragile esistenza. Chissà, se avesse vissuto più a lungo, forse la letteratura italiana avrebbe potuto godere dell’opera di un pensatore dal grande ingegno e di uno scrittore dalla penna impareggiabile.