È prevista il 17 maggio 2019, a Metaponto, l’inaugurazione della statua dedicata al filosofo greco Pitagora, che a Metaponto consumò gli ultimi giorni della sua vita e consegnò ai poster la sua storia.
Dopo aver vissuto e fondato la sua scuola più importante a Crotone, luogo che lasciò per questioni politiche, Pitagora arrivò a Metaponto, dove fu accolto con estrema benevolenza. Il popolo metapontino, infatti, è famoso per essere istruito e colto ma meno forte nelle imprese belliche.
Per ringraziare dell’ospitalità ricevuta, il filosofo greco, conoscitore di matematica, politica, astronomia e filosofia, decise di trasmettere le sue conoscenze alla scuola metapontina, nutrendo così un folto gruppo di discepoli che lo seguirono fino al giorno della sua morte.
Pitagora si innamora piano piano del posto che lo ospita. Da sempre amante del silenzio, la mattina ama fare delle lunghe passeggiate partendo dalla Casa delle Muse, il luogo in cui insegna, arrivando fino alle foci dei fiumi Bradano e Basento.
Sulla sua morte, avvenuta quasi certamente in terra metapontina, ci sono diverse versioni. La prima: dopo un digiuno di quaranta giorni, decide di inabissarsi nelle acque dello Jonio e di farsi ingoiare dalle stesse. Il suo corpo verrà ritrovato dopo due giorni.
La seconda: mentre tenta di fuggire per mettersi in salvo, dai nemici crotonesi che voglio catturarlo, finisce in un campo di fave e qui, per non calpestarle, (perché vegetariano e amante della natura) decide di fermarsi e quindi si farà catturare e ammazzare.
Dove siano esattamente oggi i resti del corpo di Pitagora non si sa, ma di sicuro sappiamo dove vivrà per sempre la statua a lui dedicata, in formato uomo e in una teca di vetro, situata in piazza Giovanni XXIII.