Nicola Sole, patriota e poeta lucano, muore a Senise il 5 dicembre 1859. Viene a mancare nel suo paese d’origine al quale aveva fatto ritorno dopo una serie di peripezie: aveva intrapreso inizialmente gli studi in medicina, successivamente era passato a giurisprudenza. Nel 1845 aveva conseguito la laurea a Napoli; nella città di Potenza aveva mosso, invece, i primi passi nel contesto forense.
Nel periodo napoletano si era dedicato alle lettere e affacciato nei salotti culturali dove si era lasciato affascinare dagli ideali neoguelfi.
Nicola Sole nel 1848 aveva preso attivamente parte ai moti rivoluzionari, ragione che lo avrebbe portato a essere perseguitato dagli uomini di Ferdinando II e costretto alla latitanza per diversi anni, fino alla concessione dell’amnistia avvenuta solo nel 1853 a seguito della sua scelta di costituirsi. La sua decisione, malvista dagli altri patrioti, lo avrebbe condotto a un graduale isolamento, dapprima a Senise, dove trascorreva le sue giornate in totale solitudine tra letture e studio, poi a Napoli, città che lo aveva accolto in passato. Qui Nicola Sole avrebbe continuato a esercitare la professione di avvocato e a scrivere poesie, salvo poi fare ritorno in Basilicata, nella sua Senise, dove morirà per tubercolosi.