Si era battuto pervicacemente perché la sua regione si chiamasse Lucania e non Basilicata, si parla di Michele Lacava. Nato a Corleto Perticara nel 1840, Michele Lacava è stato un medico, letterato, banchiere, politico, storico, patriota, intellettuale. Difficile racchiudere la sua persona in un’unica definizione. Uno degli episodi più associati alla sua figura è sicuramente quello dell’Insurrezione lucana del 1860, accanto alla questione della denominazione della regione. Quest’ultimo, un tema per il quale era entrato in contrasto anche con Giacomo Racioppi, altro lucano di spicco.
Muore il 27 luglio del 1896 lasciando alla sua Lucania una consistente eredità culturale e storica. Il Museo archeologico provinciale di Potenza, ad esempio, era stato creato proprio grazie alla lungimiranza di Michele Lacava. Egli aveva compreso anche la necessità di tutelare i beni archeologici del Metapontino, del quale aveva avuto egli stesso esperienza in prima persona, in quanto direttore degli scavi.
Indipendentemente da giudizi posticci, la sua “Cronistoria documentata della rivoluzione in Basilicata del 1860 e delle cospirazioni che la precedettero” è un documento importante del passato, per la ricchezza di informazioni raccolte circa i movimenti che anticiparono l’adesione al Governo Nazionale in Basilicata. Uno scritto il cui intento dichiarato non lascia dubbi di sorta e, soprattutto, costituisce un archivio per la storia di Corleto e della regione in quegli anni. Testimonianze e racconti inediti, altrimenti introvabili, e una sottile agiografia di suo fratello Pietro Lacava, politico impegnato a livello nazionale.