Muore a Roma il 1° marzo del 2001 l’archeologa lucana Antonia Ciasca. Nata nel 1930 a Melfi, è stata una nota studiosa del mondo fenicio e punico e dei popoli del Mediterraneo.
“Figlia d’arte”, Antonia Ciasca era la primogenita di Raffaele Ciasca, senatore e docente lucano, e di Carolina Rispoli, scrittrice amata, anche lei originaria di Melfi.
Appassionata e infaticabile Antonia Ciasca si era formata alla Sapienza di Roma, laurendosi in Etruscologia con Massimo Pallottino, anch’egli personalità nota nel mondo accademico. Antonia Ciasca è stata direttrice della Rivista di Studi Fenici. Uno dei suoi primati è stato quello di istituire la prima cattedra italiana di Antichità Puniche nell’Università dove aveva studiato. Ma quello non è stato il suo unico traguardo. Importante è ricordare le missioni archeologiche di cui la studiosa lucana è stata protagonista. Antonia Ciasca è stata la prima archeologa a interessarsi all’arcipelago maltese, per prima si è dedicata agli scavi in Israele. A lei, inoltre, si attribuisce la prima campagna di scavo a Mozia, antico sito fenicio, nella provincia di Marsala, grazie al quale fu portato alla luce un importantissimo santuario, in gergo denominato “tofet”.