Muore il 21 febbraio 1955 nella sua città adottiva, Napoli, il pittore marateota Angelo Brando. Vissuto a cavallo tra due secoli, Brando rappresenta una delle figure più significative nel panorama dell’arte novecentesca meridionale. Il pittore ha la fortuna di crescere in una famiglia che da subito comprende il suo potenziale e decide di assecondare le sue doti artistiche. Ed è qui che ha inizio il percorso di Brando all’Istituto di Belle Arti di Napoli, sede di incontri fortuiti che gli apriranno le porte della scuola pittorica napoletana.
Espone dopo poco a Torino, insegna arte e diviene conservatore della Galleria Regionale di Napoli, senza mai dimenticare la sua terra d’origine. Diventa consigliere e commissario per la nascita della pinacoteca della Basilicata. Ancora oggi la pinacoteca di Palazzo De Lieto a Maratea custodisce parte della preziosa eredità di Brando, trentaquattro opere che tracciano un solco artistico spaziando tra sentore impressionista e bozzettistica, tra il sud Italia, Napoli ed Europa.
La sua pittura è poetica nell’uso del colore e realistica nei soggetti che va a rappresentare: ritratti di donne negli interni della propria casa, perno della vita quotidiana, riprese nelle attività come il cucito, la lettura, che rivelano un mondo interiore sapientemente portato sulla tela attraverso contrasti luminosi, pennellate precise, toni intensi come il rosso Tiziano e influssi macchiaioli che fanno del pittore lucano, un artista da riscoprire.