3 settembre 2008, la giornalista lucana Alessandra Bisceglia, ci lascia per sempre. Abbandona questa terra che le ha reso la vita difficile.
Alessandra nasce a Venosa, nel 1980. Si capisce immediatamente, che qualcosa, nel suo corpicino, non va. Ci vorrà un po’ di tempo per capire che si tratta di una malformazione vascolare molto rara che comprometterà per sempre la sua vita.
Alessandra, infatti, subisce il suo primo intervento a soli otto mesi e questo, purtroppo, sarà solo l’inizio di un lungo calvario che la porterà molte volte sotto i ferri.
Ma lei è molto più forte di qualunque sfida la vita le metta davanti, così cresce consapevole dei suoi limiti ma con la certezza di volerli abbattere: a scuola è bravissima, sin dalle medie si capisce che avrà un futuro brillante, seppur difficile. E non si perde d’animo neanche quando, non ancora quindicenne, rimarrà per sempre costretta su una sedia a rotelle.
Consegue la maturità classica con orgoglio, lo stesso con cui decide di volersi trasferire a Roma e studiare giornalismo alla Lumsa. Si laurea con il massimo dei voti e poco dopo sostiene l’esame per diventare giornalista. Nel 2005, a soli venticinque anni, diventa chi vuole essere: lavora per la Rai, diventando anche autrice televisiva, per il Corriere della Sera e facendo l’opinionista.
La sua carriera spicca il volo, ma il suo corpo la inchioda alla terra. Le condizioni di salute altalenanti che da sempre hanno accompagnato la sua crescita, questa volta non lasciano ben sperare. Subentrano molte, troppe complicazioni che, a soli 28 anni, finiscono col strapparla alla vita.
Alessandra però oggi rivive grazie a una onlus che porta il suo nome: la Fondazione W Ale, con centri territoriali diagnostici (si chiamano “le stanze di Ale”), uno a Venosa e uno a Roma, che si occupano di dare sostegno gratuito alle persone affette da anomalie vascolari e alle loro famiglie.