Roma 23 marzo 1995, Albino Pierro si è appena spento. Ha chiuso gli occhi per sempre, proprio quegli occhi che, per tutta la vita, gli hanno provocato tanti dolori.
Albino nasce a Tursi nel quartiere della “Rabatana”. La sua mamma muore poco dopo averlo dato alla luce e lui per sopravvivere, viene allattato dalle donne che avevano partorito di recente. Questo lo fa innamorare ancora di più della sua terra. Cresce con un problema agli occhi che spesso lo costringe a restare chiuso al buio in una camera, in attesa che il bruciore e il rossore passino. In paese gli dicevano che sarebbe diventato cieco, ma per fortuna non fu così.
Ma arriva un giorno in cui Albino deve lasciare la Basilicata e, dopo vario peregrinare, si trasferisce, nel 1939 a Roma.
Qui consegue la Laurea in Filosofia e incomincia la sua carriera di letterato. Dopo aver scritto numerose opere in italiano, è con quelle in dialetto tursitano che raggiungerà il successo.
Albino decide di rendere omaggio alla sua terra natia componendo opere nel suo dialetto e questo renderà celebre non solo il suo lavoro ma anche la sua provenienza lucana. Premi, riconoscimenti, laurea ad Honorem, svariate candidature al Premio Nobel per la Letteratura e traduzioni delle sue composizioni: tutto questo ha riempito la vita del poeta di quell’amore, materno, che non ha mai conosciuto.