
Di Vitalevalentino – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=62900175
Il legame del Beato Giovanni da Caramola con la Basilicata è stato profondo e forte, al punto che la sua figura è tutt’oggi molto cara ai lucani, in particolare agli abitanti dell’area in cui visse, quella meridionale della Basilicata.
Nato a Tolosa, in Francia, l’abate si era trasferito nel 1300 in Italia e dopo alcuni anni si era stabilito nell’Abbazia di Santa Maria del Sagittario, a Chiaromonte, nel potentino. Proprio qui morì il 26 agosto 1339.
Da eremita visse in Basilicata sul Monte Caramola, nella valle del Sinni, nell’eremo di San Baba, luogo a cui fu molto legato. Si narra che vivesse in totale solitudine e che trascorresse le sue giornate pregando e intrecciando ceste di vimini.
Al Beato Giovanni da Caramola furono attribuiti diversi miracoli, tra cui quello per la moglie del conte di Tricarico e presto la sua “notorietà” sarebbe diventata insopportabile per l’abate che aveva sempre prediletto la solitudine. La popolazione, venuta a conoscenza delle sue azioni prodigiose, iniziò ad accorrere da ogni angolo remoto della Basilicata per chiedergli una grazia. Così il beato, per sfuggire alla folla estenuante, decise di trascorrere gli ultimi anni nell’abbazia di Santa Maria del Sagittario a Chiaromonte, come converso. Qui, tra penitenze severe visse in totale austerità, astenendosi persino dalla parola, al punto che alcuni credevano fosse muto.