La parata in onore del conte De Guevara in un dipinto del maestro Franco Corbisiero (foto lionspotenzapretoria.it)
Il 24 giugno 1578 il giovane conte Alfonso de Guevara entra a Potenza e gli vengono date le chiavi della città. Ciò che accade in questo giorno d’estate è descritto in un rogito notarile siglato dal notaio Giovanni Antonio Scafarelli.
Alfonso è il sesto conte di Potenza, discendente della famiglia dei Guevara provenienti dalla Spagna e signori della contea dal 1444 fino al 1596. Uomo di grande cultura, filosofo e medico, edificherà un’Accademia dove potessero incontrarsi e discutere le menti più brillanti dell’epoca. Eppure, il suo ricordo è legato soprattutto al suo trionfale ingresso in città.
Nei pressi dell’attuale Rione Betlemme, ai piedi dell’abitato, i cavalieri e i fanti, vestiti in livrea, vanno incontro al Conte che li attende a cavallo. Lo conducono nei pressi di Vaglio, dove sono stati eretti tre piccoli castelli: costituiscono la scenografia della “scaramuzza”, lo scontro armato tra l’esercito spagnolo e quello turco, vinto dai primi e messo in scena dai due schieramenti contrapposti. La vittoria degli spagnoli nella pantomima viene celebrata in maniera grandiosa: le tre torri costruite per l’occasione vengono distrutte e date alle fiamme tra le grida di giubilo. Poi, il Conte Alfonso viene accompagnato a Potenza. Nei pressi di Porta Salza (la “porta che si alza” cioè dotata di ponte levatoio, ndr), posta sul versante occidentale della città, l’Arcidiacono gli consegna le chiavi dell’abitato.
I festeggiamenti, si racconta, proseguono per giorni e giorni con balli, musiche e commedie.
L’evento è talmente importante e gioioso, grandioso nel suo racconto, da essere entrato a pieno titolo nella sfilata dei Turchi che ogni anno ha luogo il 29 maggio per le vie del centro storico cittadino, nel giorno che precede la festa del Santo Patrono Gerardo della Porta.