È il 26 giugno 1996. Mancano pochi giorni al giorno più lungo dell’anno per i Materani: la festa in onore della protettrice della città, Maria Santissima della Bruna. Tuttavia quella non sarebbe stata una giornata come tutte le altre. Quel 26 giugno la cittadinanza viene, infatti, scossa da una notizia di quelle che non avrebbe mai voluto ricevere: il carro trionfale in cartapesta, quello che ogni anno viene allestito con maestria e amore per essere “assaltato” il 2 luglio, era stato dato alle fiamme nel capannone dove era custodito dal suo artigiano, il maestro Pentasuglia.
Nello sgomento generale, il timore più grande era quello che la festa, tanto attesa da tutta la popolazione, sarebbe stata annullata o non si sarebbe svolta a regola d’arte. Quell’atto vandalico, o forse intimidatorio, avrebbe messo in pericolo una tradizione secolare.
Ma è proprio in questa occasione che i Materani danno piena dimostrazione di tutta la loro forza di volontà, energia e devozione in nome della Santa Protettrice.
L’indefesso maestro Pentasuglia si mette, così, a lavoro giorno e notte per ricostruire il carro, aiutato dalla gente che, quasi in una sorta di processione, si avvicenda nel deposito di Via Marconi portando al maestro pezzi dei carri precedenti per facilitarne il lavoro di ricostruzione.
In tempi da record si compie, così, una sorta di piccolo miracolo: anche se con un carro rabberciato alla meglio, la Festa della Bruna si sarebbe svolta anche il 2 luglio 1996 grazie al sentimento di un popolo animato dal desiderio di celebrare uno dei giorni più importanti per l’intera comunità.