Leopoldo Chiari, medico originario di Ripacandida, muore il 2 dicembre 1849. Figlio di un avvocato e di una nobildonna venosina, Leopoldo Chiari sarà ricordato come il precursore della chirurgia moderna, nonché inventore di diversi strumenti chirurgici.
Dopo gli studi in seminario decide di non continuare con la carriera ecclesiastica, ma di intraprendere gli studi in medicina a Napoli, nel prestigioso Collegio Medico Cerusico aggregato all’Ospedale degli Incurabili.
Così Leopoldo Chiari sarebbe stato destinato a un futuro radioso nell’ambito medico e fare la storia della medicina Napoletana della prima metà del secolo XIX, guadagnandosi l’appellativo di “Principe dei chirurghi”.
Dirige il Gabinetto Anatomo-patologico e fino alla sua morte detiene le cattedre di Chirurgia Teoretica e di Ostetricia. Tra le sue invenzioni si ricorda la “Ciappola o susta compressiva per la ligatura delle arterie negli aneurismi”, e “La macchina a piano inclinato per la frattura del femore con la vite che può graduare l’allungamento, l’apparecchio per la frattura della clavicola e l’apparecchio per la frattura della rotula”. A lui si deve il nome di “Tabaccheria anatomica” alla regione circoscritta dall’estensore lungo del pollice e dall’estensore breve.