Una figura a cui la storiografia ufficiale e la storia dell’arte non hanno dato il giusto lustro è quella di Margherita Nugent, collezionista e critica d’arte, ultima feudataria di Irsina. Eppure per la Basilicata, il suo testamento datato 19 dicembre 1951, tre anni prima della sua scomparsa, rappresenta un punto di partenza per la valorizzazione di un patrimonio ricco di cultura, storia e tradizioni.
Figlia di Laval Nugent, la contessa Margherita eredita da questi a Irsina diverse masserie, tenute, un mulino ad acqua e un palazzo. Prosegue con la gestione delle proprietà di Irsina sul solco tracciato dal padre, promuovendo la produzione del vino e avendo un occhio di riguardo per le condizioni di lavoro dei coloni. Pur non risiedendo stabilmente a Montepeloso, maturerà un forte legame con la sua cittadinanza. La Nugent, infatti, vivrà tra Irsina, Trieste e Firenze.
Alla sua morte la contessa avrebbe donato, come stabilito da testamento, una parte del palazzo di Irsina alla Provincia di Matera perché fosse destinata a fini filantropici e di beneficenza.
Lascia come eredità anche una collezione di quadri e arredi, in parte custoditi nel palazzo della Prefettura di Matera. Ma il lascito di Margherita Nugent non è costituito solo da beni materiali. A lei si deve il ritrovamento di una serie di affreschi del Trecento nella Cripta di San Francesco ad Irsina, poi oggetto di una minuziosa monografia da lei realizzata, risalente al 1933. Un contributo specialistico inestimabile per la storia dell’arte lucana e non solo.