Il 3 agosto 1059, si apre il I Concilio di Melfi.
Con questo sinodo, Papa Niccolò II sancisce l’osservanza del celibato per tutti i sacerdoti e pone fine al Privilegio Ottoniano che aveva tentato di subordinare l’autorità papale a quella imperiale. Ma, soprattutto, concede a Roberto il Guiscardo d’Altavilla il titolo di duca di Puglia, Calabria e Sicilia, autorizzando i Normanni ad ampliare i propri domini nell’Italia meridionale a spese dei bizantini e dei musulmani.
Da appena cinque anni, infatti, la crisi nei rapporti tra la Chiesa d’Oriente e quella di Occidente aveva toccato il suo apogeo con lo Scisma, la frattura insanabile che aveva portato alla vicendevole scomunica di papa Leone IX e e del patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario e diviso per sempre il mondo cristiano. Nel sud Italia, poi, la tensione sociale raggiungeva livelli parossistici a causa dell’eccessiva oppressione fiscale imposta dai Bizantini che strozzava la crescita economica. Contemporaneamente, però, l’incredibile ascesa dei Normanni stava aprendo per le province del Mezzogiorno un periodo di straordinaria crescita dopo secoli di decadenza e spopolamento.
Quando il Pontefice lasciò Roma in pompa magna per recarsi a Melfi, nel mese di giugno del 1059, il suo seguito di cardinali, vescovi e clero è sufficientemente imponente da lasciar presagire l’enorme importanza del sinodo che, di lì a poco, avrebbe avuto luogo. L’accoglienza è maestosa. Sono presenti oltre un centinaio di vescovi del Mezzogiorno ma anche moltissimi nobili e religiosi. L’attenzione, però, è concentrata soprattutto su Roberto D’Altavilla, la cui fama di uomo d’armi e di stratega si è, in quegli anni, rapidamente diffusa.
Il Guiscardo ottiene l’investitura formale a duca di Puglia, Calabria e Sicilia e, soprattutto, il lasciapassare per le future conquiste che avrebbero permesso, all’inizio del XII secolo, con Ruggero II D’Altavilla, la nascita del Regno di Sicilia. Niccolò II, invece, in questo modo, autoproclama il dominio della Chiesa fino all’isola di Trinacria, nonostante la presenza di bizantini e musulmani, e garantiva la protezione normanna per sé e per i domini della Chiesa romana.
Il futuro del Mezzogiorno d’Italia comincia da qui.