La Torre Guevara, ciò che resta oggi del castello di Potenza (foto Luigi Catalani/Wikimedia Commons)
Il 9 agosto 1621 Beatrice de Guevara, moglie del conte di Potenza Enrico Loffredo, e ultima discendente diretta dei nobili de Guevara, signori di Potenza per oltre 150 anni, dona all’ordine dei frati cappuccini l’antico castello cittadino. In questo modo, i religiosi potranno finalmente avere un luogo decoroso in cui stare e, soprattutto, potranno dedicarsi alla cura dei malati e dei bisognosi.
La fortezza, in realtà, è disabitata già da tempo. I feudatari, infatti, preferiscono soggiornare nel palazzo comitale situato nei pressi della Cattedrale di San Gerardo, più moderno e ubicato in una zona più “esclusiva” dell’abitato. L’unico spazio del maniero che continuano a frequentare è la torre che oggi è tutto ciò che rimane del castello.
I Cappuccini si mettono subito all’opera per ripristinare l’edificio, adibirlo a monastero e renderlo adatto allo scopo.
In breve, quella che era stata una fortezza inespugnabile diventerà uno dei centri più importanti di aiuto per le persone fragili della città. In questo, almeno fino al 1626, i frati saranno aiutati dai signori locali che assicureranno loro parte dei fondi necessari all’Opera pia.
Sarà questa la destinazione d’uso dell’antica dimora dei signori di Potenza fino al 1810 quando si istituirà, al suo interno, l’Ospedale San Carlo destinato a diventare, nel tempo, uno dei centri di eccellenza sanitaria del Mezzogiorno.