Un particolare del presepe di Franco Artese in mostra permanente a Palazzo Materi, Grassano (MT) (foto Cinzia Astorino, Wikimedia)
6 gennaio 2016, oggi è l’ultimo giorno utile per quei ritardatari che ancora non hanno ammirato la bellezza del presepe di Franco Artese, presso la cattedrale di Saint Patrick a New York City.
L’artista lucano, di Grassano, è rinomato in tutto il mondo perché riconosciuto tra i maggiori rappresentanti dell’arte presepiale.
La sua carriera comincia poco più che ventenne, quando il parroco della chiesa di Grassano gli chiede di allestire un presepe. Lui ne crea uno tutto nuovo, che mette in scena la vita e la piazza della sua cittadina.
Da questo momento in poi la carriera di Artese non si è mai fermata: da Parigi a New York, da Helsinki a Betlemme, dove nel 1999 crea il Museo mondiale della natività, passando dalle più importanti città d’Italia.
Ed è proprio a Roma, in piazza San Pietro nel dicembre 2012, che creerà il suo capolavoro: un presepe di oltre 120 mq realizzato in polistirene che raffigura, perfettamente, i Sassi di Matera nella loro bellezza e incredibile somiglianza con la Gerusalemme degli anni della nascita di Cristo.
E lo stesso stile, inconfondibile, sbarcherà oltreoceano, dal’8 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016, proprio a New York e proprio nella cattedrale, simbolo della grande Mela.
Lo sfondo è sempre Matera, ma con una caratteristica in più: in mezzo alle tante statue (circa 70) che popolano l’opera, c’è una famiglia di emigrati che non può passare inosservata.
Ed è mettendo in scena una tipica famiglia lucana che parte per l’America in cerca di fortuna, che Franco Artese, rende omaggio alla sua Basilicata e alla sua, a volte dura, realtà.