Il 20 luglio del 1927 dalla Fontana Ferdinandea di piazza Vittorio Veneto, a Matera, comincia a zampillare l’acqua, facendo sì i problemi di approvvigionamento idrico della città diminuiscano sensibilmente. La storia e il nome della Fontana, però, risale al 1832, quando fu costruita in onore di Ferdinando II di Borbone, re delle due Sicilie. All’epoca, era alimentata dall’acqua sorgiva della collina del Lapillo e, in un contesto di forte carenza d’acqua, costituiva un punto cruciale e indispensabile per i materani, insieme ai diversi palombari (cisterne di grosse dimensioni) che si trovavano sotto la stessa piazza. Spesso, quindi, capitava che vi fossero grandi affollamenti di persone intente ad accumulare quanta più acqua possibile da portare a casa per affrontare i frequenti periodi di siccità, in cui l’approvvigionamento diventava davvero difficile.
Ciò fino al 1925, quando l’onorevole Francesco D’Alessio riuscì a ottenere una diramazione dell’Acquedotto Pugliese per la città di Matera. Iniziarono così i lavori di allacciamento, che terminarono il 20 luglio di due anni dopo, quando la fontana Ferdinandea regala il suo primo getto d’acqua ai materani. Dopo la benedizione di monsignor Pecci, la comunità cittadina si ritrova unita per una grande festa con tanto di ringraziamenti al partito fascista, che, in un telegramma, risponde alla città: «Dopo 18 mesi di arduo incessante lavoro, Matera, da secoli assetata, per la provvidenza amorosa del Governo Nazionale, ha avuto il suo acquedotto».