Il 6 giugno 1944 esce il primo numero del quotidiano “Il Tempo”, con il sottotitolo di “quotidiano socialdemocratico”. Il giornale porta la firma di Renato Angiolillo, lucano originario di Ruoti, suo direttore insieme a Leonida Repaci.
Una figura poliedrica, quella di Angiolillo, che sin da giovanissimo aveva iniziato a muovere i primi passi nel mondo della cultura. A diciotto anni lavorava al Giornale della Sera, diretto assieme a suo fratello Ugo; dopo due anni diventa caporedattore dell’Eco della Sicilia e delle Calabrie. Nel capoluogo partenopeo fonda il settimanale Il Vecchio Paese.
Nella sua vita, oltre a dedicarsi alla carta stampata, Renato Angiolillo sarà produttore e sceneggiatore cinematografico. Il suo primo, vero grande amore, resterà, però, sempre il giornalismo e nel 1943 riprenderà a occuparsi di quotidiani.
Coltiva in quel periodo un progetto ambizioso, ovvero quello di riportare in auge una testata fondata dal conte di Cavour che viene, tuttavia, ostacolato dall’autorità fascista.
Con l’avvento del nazismo Renato Angiolillo stamperà una sorta di bollettino clandestino con notizie riprese dalla radio inglese e americana, lavorando con il favore degli alleati.
Angiolillo deciderà così, in ultima battuta, di abbandonare il progetto de l’Italia per il Tempo, quotidiano anch’esso precedentemente soppresso con il fascismo, portandolo nuovamente alla pubblicazione nel giugno del ‘44.