Il 22 luglio 1950, Alcide De Gasperi è a Potenza. È arrivato in Basilicata di buon mattino accompagnato dal sottosegretario all’agricoltura, il potentino Emilio Colombo, per inaugurare i lavori di bonifica sul Sinni, nell’Alta Valle d’Agri. Intende contribuire allo sviluppo del Mezzogiorno. Il suo viaggio, dopo il capoluogo, proseguirà verso Matera.
Quel giorno, fa abbastanza caldo ma i potentini accompagnano ugualmente il presidente del Consiglio nei suoi spostamenti. Ali di folla gli sono intorno. Molte delle persone accorse portano dei cartelli appesi al collo: sono le necessità e i desiderata della popolazione. Chiedono lavoro, scuole, equità sociale, distribuzione delle terre e case. De Gasperi parla con loro dal Palazzo del comune, in piazza Matteotti. Promette di ascoltarli e che farà tutto il possibile per sottrarre queste terre dalla miseria. Poi, numera le opere già realizzate dalla fine della Guerra: 465 appartamenti costruiti in tutta la regione Basilicata e 1965 vani sorti per iniziativa dei lavori pubblici.
I potentini lo acclamano, festosi. Soprattutto quando, nel pomeriggio, il presidente inaugura una scuola materna paritaria, retta da suore, che porterà il suo nome, in viale Dante. Alcuni anni dopo, nel 1959, a ricordo di questo momento, comparirà un busto in bronzo nel piccolo giardino dell’istituto. Ritrarrà Alcide De Gasperi e sarà forgiato da un artista ignoto.
Quel 22 luglio, intanto, è una giornata epocale per Potenza. Il pensiero ritorna all’incontro del lontano 1902 con l’allora capo del Governo Giuseppe Zanardelli.
Ma ora, tutto è diverso. La modernità è a un passo. Il progresso procede spedito ovunque. La gente respira un vento nuovo, fatto di opportunità e possibilità finora sconosciute.