7 dicembre 1963, la storia di Craco è giunta al capolinea. Una frana, quella definitiva, sta portando via le case di centinaia di famiglie. Orami il paese non è più abitabile.
Da tempo, troppo tempo, la situazione di questo piccolo borgo è disperata. I segnali che la terra stesse cedendo, c’erano già stati nel lontano 1880, ed è in questa occasione che fu costruito un muraglione di sostegno.
Ma durante la frana odierna, anche questo solido muro è travolto dalla furia della natura e della terra, che si ribella e non lascia scampo.
Da oggi Craco non sarà più abitata, sarà necessario evacuare il paese per evitare che la terra ingoi, insieme con le case, anche le vite delle persone. Oltretutto le fognature e la rete idrica sono ormai inefficienti poiché troppo compromesse.
Dal 1963 e col passare dei giorni, Craco diventerà quella che è oggi: lo spettro di se stessa, la “città fantasma” com’è stata definita.
Un posto che, a vederlo da lontano, sembra finto. Arroccato su una collina con un agglomerato di casette in stato di decomposizione e all’interno delle quali la natura selvaggia ha preso il posto dei mobili e delle persone. Un paese che sembra la scenografia di un set cinematografico e, sarà per questo, che molti registi l’hanno scelto per girare diversi film: tra i più noti ci sono Mel Gibson e Pasolini.
Il fascino immutato di Craco, che conserva tutta la disperata quanto inquietante bellezza di un relitto, è fermo nel tempo e nello spazio.
Probabilmente in attesa, che la natura continui a fare il suo corso.