L’attuale via Riscatto, a Matera, dove il conte Tramontano fu ucciso dal popolo in rivolta nel 1514 (foto di Sergio Palomba)
È il 6 maggio 1515 a Matera il popolo è pronto per partecipare all’assemblea cittadina, prevista per oggi, durante la quale si discuterà della transazione avvenuta tra l’amministrazione comunale e le autorità vicereali.
I motivi che spingono il comune di Matera a trovare accordi con il re Ferdinando, sono legati alla tragica morte del Conte Tramontano, ucciso, cinque mesi prima, dal popolo.
Il conte tiranno, così era stato ribattezzato, aveva ridotto i cittadini alla fame e alla miseria, imponendo loro tasse su tasse che rendevano ricche le sue tasche e impoverivano quelle della gente. Nei diciassette anni di feudo del Conte (gli era stato concesso nel 1497), Matera si impoverisce come mai prima, senza contare tutte le promesse, mai mantenute, che incattiviscono lo stato d’animo della popolazione.
Quando nel dicembre 1514 il Conte viene ucciso, è impossibile trovare un solo colpevole, nessuno saprà mai, infatti, per mano di chi è stato assassinato il tiranno della discordia. Perché, la verità, è che ad ammazzare il Conte sono stati tutti, nessuno escluso, per quel desiderio di rivalsa che ogni materano sente dentro che gli batte nel petto.
A questo proposito, quando re Ferdinando decide di punire il colpevole, si renderà subito conto che sarà impossibile puntare il dito contro qualcuno e che è molto più saggio accusare l’intera amministrazione comunale per non aver sedato la rivolta.
Il Comune, che capisce la gravità della situazione, non può fare altro che accettare la propria colpevolezza, confermando la responsabilità collettiva e firmando una transazione che viene resa pubblica proprio oggi.
La cittadinanza, tutta, si riversa in piazza per ascoltare le parole che decreteranno il colpevole e la sentenza è chiara: sono tutti colpevoli.
Per questo, Matera, dovrà versare, alle casse dello Stato, 10mila ducati per ottenere l’indulto.
Così i soldi saranno versati, l’indulto arriverà dopo circa venti giorni e Matera sarà di nuovo libera.