Di Le melfitaine – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26126599
La scrittrice originaria di Melfi, Carolina Rispoli, muore a Roma il 28 novembre 1991. La Rispoli è stata una delle figure che meglio ha saputo cogliere le contraddizioni di un ambiente non particolarmente favorevole alle donne, quello della Melfi dei primi del Novecento. Con la sua scrittura e il suo sguardo acuto l’autrice ha descritto e denunciato la condizione di disparità di genere imperante al suo tempo. Pur avendo aderito in parte durante la sua vita ai modelli della società, Carolina Rispoli non ha mai completamente fatto suo il ruolo di subalterna e la visione patriarcale dell’organizzazione famigliare.
Carolina Rispoli è stata autrice di diversi scritti, tra cui “Ragazze da marito” del 1916, in cui viene narrata la storia di cinque sorelle di Melfi, città di origine dell’autrice, provenienti da una famiglia borghese e il cui destino era legato inevitabilmente alla possibilità di maritarsi, in ottemperanza ai dettami sociali dell’epoca. L’unico posto per la donna sembrava essere accanto a un uomo e il matrimonio la sola scelta possibile per ambire a una condizione di vita rispettabile.
Uno stile asciutto, senza orpelli ed eccessi retorici, sorregge una scrittura autentica e chiara su cui si staglia una consapevolezza salda della disuguaglianza di relazioni tra uomo e donna. La narrazione di Carolina Rispoli si è fatta apprezzare per la grande aderenza alle situazioni descritte, per la profondità psicologica dei personaggi ritratti e per la realtà di provincia meridionale di cui si è fatta portavoce.
A Carolina Rispoli è dedicata la biblioteca comunale di Melfi. Tra le sue opere si ricordano: Il nostro destino, Il tronco e l’edera, La terra degli asfodeli, La torre che non crolla, Uomini Oscuri del Mezzogiorno nel Risorgimento.