Il 28 agosto del 1936, Benito Mussolini, in visita a Matera, viene accolto in una città bardata con stendardi, coccarde, bandiere e numerosi striscioni e manifesti. Reduce da una visita nell’Irpinia devastata dal terremoto del 1930 e dopo aver toccato Potenza il giorno prima, il duce, saltata la tappa di Palazzo San Gervasio (Potenza) e dopo due brevissime soste a Tricarico e Grassano (Matera), raggiunge la città dei Sassi per inaugurare l’attuale via Madonna delle Virtù, strada che fu costruita proprio dal regime per congiungere i due rioni dei Sassi, Barisano e Caveoso.
Raggiunti i Sassi, Mussolini saluta il popolo materano che lo acclama da un balcone di un edificio in via Fiorentini, ma non si spinge oltre. Il duce, insomma, non vede coi suoi occhi le condizioni malsane in cui si abitava nelle case-grotta, ma si sposta sul Piano per tenere il suo discorso dal balcone del Palazzo della Prefettura e anche qui, in una gremita piazza Vittorio Veneto, ad accoglierlo c’è una folla entusiasta.
Matera, infatti, durante il ventennio fascista tornò ad essere Provincia ed ebbe anche l’allacciamento all’acquedotto, conquiste importanti che vennero attribuite proprio al duce. Matera, però, in questo periodo detiene un primato pesantissimo: il maggior tasso di mortalità infantile di tutta Italia, tema di un importante dossier consegnato, proprio a Mussolini, dal podestà Francesco Sarra.