È il 21 ottobre 1942 quando il potentino Pasquale Allottino viene arrestato. È colpevole di aver manifestato una ferma opposizione a Mussolini e aver mostrato questa sua posizione sulla pubblica piazza.
Nei primi anni ’40, il regime fascista, infatti, stringe ulteriormente le maglie su ogni forma di dissenso. E Potenza non è immune a questa ondata repressiva. Non può, quindi, passare inosservata su alcune scale cittadine l’apparizione notturna risalente ad alcuni giorni prima di una scritta, piuttosto eloquente e a caratteri cubitali: “Abbasso il duce, viva Stalin, viva il comunismo, abbasso il fascismo”. La medesima frase è, poi, ritrovata anche all’interno di due bagni pubblici. Sono in molti a leggerla e, questo, indispettisce non poco gli aderenti al Partito fascista. La grafia non lascia adito a dubbi: è stata prodotta dalla stessa mano.
Il responsabile è presto individuato. È il giovane Pasquale Allottino che si professa comunista. Non si tira indietro davanti alle accuse della milizia fascista come ci si potrebbe aspettare. Pasquale ammette subito la sua “colpa”.
È giudicato colpevole per direttissima, lo stesso giorno del suo arresto. Come altri dissidenti, è assegnato al confino. Sconterà la sua pena nella colonia di Ustica. Ma, per fortuna, non vi resterà troppo a lungo: sarà liberato il 6 luglio 1943 insieme a altri confinati nel campo di internamento di Fraschetta d’Alatri.
Il fascismo, ormai, ha le ore contate.