Il 15 marzo 1502 è il giorno scelto per una conferenza di pace tra Francia e Spagna. Potenza è il luogo deputato all’incontro. In gioco, c’è l’armonia nel regno di Napoli. Ma gli spagnoli non arriveranno mai. E sarà guerra.
Il capoluogo lucano è vestito a festa. In città sono già arrivate le personalità più importanti del Regno e anche il francese Luigi D’Armagnac, Duca di Nemours, non si fa attendere. Il suo seguito è imponente. Schiere di nobili filo-francesi sono con lui. Manca solo il Gran Capitano spagnolo Consalvo de Cordova.
Il duca comincia a temere che la controparte possa non presentarsi ma scaccia via l’idea. La posta in gioco è troppo importante: i territori del Sud Italia. Francia e Spagna, infatti, a seguito del trattato di Granada si sono suddivisi (male) le province del Meridione. Ma ci sono nodi irrisolti che occorre sciogliere e che riguardano la Basilicata e la Puglia, con la vitale Dogana delle pecore di Foggia, nodo cruciale per le casse del regno.
Potenza aspetta per tre giorni. Invano.
Quando è chiaro che Consalvo non arriverà, Luigi D’Armagnac fa convocare il Giudice, il Notaio e alcuni testimoni e fa mettere per iscritto che il regno di Francia non nutre alcun interesse per le province meridionali. L’unica cosa a cui ambisce è arrestare l’avanzata degli infedeli. Per questo, avrebbe patteggiato con il Comandante Consalvo. In questo modo, forse, si sarebbe garantita al Sud la massima protezione. Ma gli spagnoli si sono dimostrati infidi, corrotti, violenti e spergiuri.
Non c’è più nulla che impedisca la ripresa delle ostilità tra francesi e spagnoli.