Grassano, in provincia di Matera, è stata descritta da Carlo Levi in “Cristo si è fermato a Eboli” come “una piccola Gerusalemme immaginaria”. Chissà se queste parole che assimilavano la sacralità dell’immaginario cristiano all’assolata Basilicata, in qualche modo hanno germinato nel cuore di Francesco Artese, che proprio in questo paesino è nato il 23 agosto 1957, portandolo a diventare il maestro presepista che oggi tutto il mondo conosce.
La Grassano degli anni Cinquanta, non a caso, ha fatto da sfondo a una delle sue opere più importanti: un presepe di centoquaranta metri quadrati esposto nella cattedrale di Saint Patrick a New York. Per quell’opera l’artista aveva scelto di rappresentare, così, la civiltà contadina della sua Lucania.
Artese è un maestro che ha saputo rimanere sempre ben ancorato alle sue radici come d’altronde la sua arte, apprezzata a tutte le latitudini. Da New York alla Finlandia, da Assisi a Roma, a Torino fino a tornare alla sua Grassano, Franco, come viene chiamato da tutti, esporta attraverso le sue realizzazioni sempre un pizzico, immancabile, di Basilicata.
I presepi artistici di Artese sono ambasciatori del made in Lucania, oltre che forieri di valori condivisi quali l’umanità e la fede che accompagnano l’artigiano in tutte le sue esposizioni.