Il 17 maggio per Matera è un giorno da ricordare per due motivi.
Il primo risale al 1952 e riguarda la firma della “Legge speciale per il risanamento dei Sassi” (n. 619) da parte del presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi.
Il testo è noto anche come “Legge Colombo”, dal cognome di Emilio, il ministro lucano che sensibilizzò il Governo centrale sulle precarie condizioni igienico-sanitarie in cui vivevano le famiglie degli antichi rioni della città.
Obiettivo: trasferire gli abitanti di 2.472 grotte e case dichiarate inabitabili in sette nuovi borghi, e restaurare 859 case nei Sassi poiché in parte abitabili, con uno stanziamento di 4 miliardi di lire, più 1 miliardo per opere generali e servizi civili.
È un segnale di forte discontinuità rispetto all’immobilismo che ha contraddistinto, fino a questo momento, le condizioni di vita di Matera soprattutto nel dopoguerra, quando la disoccupazione era aumentata. Ma è anche l’inizio del lento e inesorabile spopolamento dei rioni Sassi, che di lì a circa trent’anni dopo restano abbandonati e terra di (quasi) nessuno.
Il secondo motivo per cui il 17 maggio è un giorno importante per Matera fa riferimento esattamente ad un anno dopo: nel 1953, infatti, è lo stesso De Gasperi a consegnare a 49 contadini, con relative famiglie, le chiavi delle loro nuove case del borgo rurale di La Martella.
Con una grande festa si celebra la consegna del primo lotto di abitazioni, cui segue la chiusura simbolica di una casa-grotta nei Sassi, ormai sfollata.
Nella stessa giornata, un’altra cerimonia segna l’inizio della costruzione di un nuovo borgo: Venusio.
I fondi stanziati per completare il risanamento dei Sassi, però, si rivelano insufficienti, richiedendo – anni dopo – l’esigenza di una nuova legge.