In un antico rifugio per allevatori, un casale immerso nel verde a pochi chilometri dallo svincolo autostradale di Lagonegro, a metà strada tra il mare e la montagna, c’è Il Rifugio del Cavaliere, un’oasi di pace e buon cibo dove poter assaporare tutte le squisitezze lucane, dalla natura incontaminata alle ricette di una volta, preparate sapientemente da una brigata di cucina “familiare”. Questo perché alla guida di questa attività c’è la famiglia Savino, con papà Gustavo e il figlio Aldo che nel 2014 hanno coronato la propria passione per l’ospitalità creando questo Rifugio, ormai meta di turisti provenienti da tutta Italia.
La cucina proposta è autentica, tradizionale che affonda le radici nei libri “sacri” di nonna Rosa, regina della pasta fresca, con spettacolari ravioli, gnocchi, fusilli e “lagane”, tagliatelle fatte in casa, che attendono solo di essere abbinati ad un sugo e serviti a tavola. Ma nel menù c’è tanta altra scelta perché Vincenzo, amico di famiglia e responsabile della cucina, offre anche numerose varietà di carni da mangiare arrosto come l’agnello, servito con patate, o il maiale, impreziosito dalle erbe spontanee che si trovano nei paraggi.
Il menù del Rifugio varia in base alla stagionalità e alla reperibilità delle materie prime. In più, per cercare di soddisfare ogni richiesta del cliente, in questo locale si può mangiare anche un’ottima pizza realizzata grazie al forno a legna: tante le varietà proposte, una su tutte è uno Stiavucco, una specialità della casa. Si tratta di una pizza speciale, girata verso l’interno e dotata di quattro farciture diverse: una bomba di sapori e l’occasione giusta per la convivialità di un tavolo tra amici e palati differenti.
Il locale, che in estate arriva ad ospitare 80 commensali, è gestito in sala da Patrizia, zia di Aldo e fiore all’occhiello del Rifugio per i suoi modi gentili nell’accogliere l’ospite che arriva come cliente ma va via come un amico. Per i vini che accompagnano il pasto, la famiglia Savino ha deciso di affidarsi all’azienda vinicola Gioia al Negro, un produttore locale che assicura al Rifugio vini sfusi, o imbottigliati, con uve Aglianico, Negramaro e Primitivo.
SPECIALITÀ DELLO CHEF
Oltre al già citato Stiavucco, una delle cose da non perdere sarà l’Antipasto del Rifugio, il trionfo per le papille gustative dei commensali: un mix di salumi e formaggi locali a cui seguono poi sei portate “calde” come la ciambotta, le frittatine di stagione, i peperoni cruschi, melanzane e peperoni ripieni, zuppe di verdure miste, fave e pancetta (quando è inverno), e gli gnummareddi, i classici involtini di agnello.