6 Febbraio 1895. Dopo secoli nei quali il paese lucano di Montepeloso è stato identificato con quel nome, ha inizio una nuova pagina della sua storia: da ora in poi sarà conosciuto da tutti come “Irsina”.
A stabilirlo è una delibera consiliare che, nella persona di Tamburrini, allora onorevole, sottolineava la necessità di scegliere per il comune del materano un nome “più garbato e più armonico”. Probabilmente questa è stata una delle ragioni che hanno portato la maggioranza ad approvare la denominazione Irsina, evocativa di antiche popolazioni e ritenuta più coerente con l’immaginario che si sarebbe costruito da quel momento a venire.
Oggi Irsina è un luogo suggestivo, punto di riferimento per il territorio, riconosciuto per la sua bellezza paesaggistica e la sua ricchezza artistica.
Il nome Montepeloso, tuttavia, con il suo retaggio culturale e il suo infinito patrimonio, non è mai stato cancellato: tutti sanno che quella dicitura rimanda alle tracce del passato della città e alla sua storia sapientemente tramandata nel tempo.
“Montepeloso” è anche, in qualche modo, associato alle vicissitudini delle famiglie gentilizie e del feudalesimo. Non a caso, la parentesi feudale di Irsina, iniziata nel 1665 e durata oltre due secoli, si è conclusa con Margherita Nugent, ultima esponente dell’omonima famiglia e vissuta proprio a cavallo tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento.