Parigi, 24 dicembre 1990. Muore l’artista José Garcia Ortega, pittore spagnolo originario della Mancia-Castiglia.
Bisogna andare indietro ancora di qualche anno per capire a fondo la relazione di Ortega con la Basilicata.
Agli inizi degli Anni Settanta José Ortega arriva a Matera. La storia dell’artista spagnolo si intreccia, così, con quella del territorio che lo ospita. Nella città dei Sassi egli scopre, infatti, la cartapesta, un materiale emblematico della tradizione locale con cui gli artigiani locali foggiano il carro trionfale per la festa patronale della Madonna della Bruna. La provincia lucana accoglie l’artista in maniera naturale, Ortega entra presto in contatto con il fervente circolo di intellettuali materani, situato nel rione antico. Proprio nei Sassi di Matera, Ortega trova un po’ della sua Mancia, i suoi colori e le asperità del territorio, l’indole delle genti che ha lasciato. Le sue opere sono fortemente influenzate dalla situazione politica e civile spagnola di quegli anni a cui si oppone e del suo rapporto con i luoghi. Come un Carlo Levi spagnolo, si affeziona alla città che lo ospita con la quale riscopre un legame ancestrale e che si rivela anche prolifica sotto il profilo artistico. A Matera produrrà i cicli “Passarono” e “Morte e Rinascita degli innocenti” che saranno esposti nella casa-museo che più tardi, nel 2014, la città gli dedicherà.