I primi impegni politici di Emilio Colombo, l’uomo più votato in Basilicata per la Costituente (foto centenarioemiliocolombo.it)
Il 27 maggio 1946 alle 02:30 ignoti lanciano una bomba in via Guglielmo Marconi a Potenza. Per fortuna, l’ordigno non produce alcun danno. Il giorno seguente si aspetta invano una qualche rivendicazione, ma nessuno si fa avanti e la città rimane tranquilla. Alla sera, però, due militanti del Partito democristiano scagliano con violenza dei sassi contro l’abitazione dell’allora sindaco potentino Francesco Petraccone.
Ma anche in questo caso, non vi sono feriti. Nel capoluogo lucano, comunque, la tensione resta alta.
Tutti sono in fibrillazione. E ne hanno motivo. Si stanno per svolgere le elezioni forse più importanti della storia dello Stivale in cui si eleggeranno i candidati dell’Assemblea Costituente e si determinerà la forma di governo dell’Italia: monarchia o repubblica. Il 2 giugno 1946, le donne, per la prima volta, si vedono esteso il diritto di voto. I venti del cambiamento sono già in moto e ovunque lungo la Penisola, si registra un certo nervosismo.
Anche Potenza non ne è indenne.
Il 2 giugno, nella provincia potentina si recano ai seggi quasi 200.000 persone. È un risultato straordinario. La monarchia è scelta da 114.038 votanti, contro i 75.032 della Repubblica, mentre la Democrazia Cristiana supera in maniera schiacciante gli altri partiti politici con 4391 voti, facendo eleggere Emilio Colombo, l’uomo più votato in Basilicata con circa 20.000 preferenze.
Nonostante le tensioni dei giorni immediatamente precedenti, a Potenza il giorno del referendum trascorre nella più assoluta tranquillità e non si registra alcun problema di ordine pubblico, a parte qualche piccolo tafferuglio tra esponenti del clero – che chiedono ai fedeli di votare per la DC – e i militanti di altri schieramenti politici.
Alla fine, nonostante le premesse, anche nel capoluogo lucano giunge l’aria nuova della repubblica dando il via a grandi festeggiamenti.