Uno scorcio del centro storico di Armento (PZ) dove erano nate le sorelle Tortorelli (foto Mattiaviol/Wikimedia Commons)
È sabato 25 marzo 1911, le sorelle Maria Giuseppina e Isabella Tortorelli vivono a New York City ormai da diversi anni. Sono state costrette a lasciare la Basilicata e Armento (Potenza), loro paese natale, per cercare fortuna lontano dall’Italia.
Le due sorelle abitano vicino, in due case diverse, perché Maria Giuseppina che ha 33 anni, è vedova di Egidio dal quale ha avuto cinque figli. Isabella invece di anni ne ha 17 e la mattina è solita darsi appuntamento con sua sorella perché insieme raggiungono il posto di lavoro.
Entrambe sono sarte ed entrambe hanno trovato impiego presso la Triangle Factory, che si trova in Washington Place agli ultimi tre piani di un palazzo molto grande.
Questo sabato mattina per loro è un giorno di lavoro come un altro. Raggiungono la fabbrica in cui cuciono camicie, prendono posto nello stanzone che può contenere fino a cinquecento persone e cominciano a cucire. È usanza diffusa, per i datori, chiudere a chiave le porte di uscita, per evitare che i dipendenti possano abbandonare il luogo di lavoro. A lavorare qui sono per la maggior parte donne, non hanno rappresentanza sindacale e nessun tipo di tutela. Ma, nonostante questo, nessuna si lamenta perché bisogna sfamare le proprie famiglie.
Intorno alle 16,40 dall’ottavo piano parte un incendio che presto si propagherà lungo tutto il palazzo. Le fiamme raggiungono lo stanzone in cui sono rinchiuse Isabella e Maria Giuseppina. Con loro altre 146 persone, di cui 123 donne e 23 uomini, che cercano disperatamente una via di fuga ma, le porte sono chiuse.
Molte di loro tentano la fuga dalle scale di ferro antincendio che si trovano al di fuori, ma il peso delle donne e il fuoco che mangia tutto velocemente fa crollare la scala. Isabella è rimasta all’interno e tenta di salvarsi gettandosi dal nono piano. Ma l’impatto con l’asfalto la uccide sul colpo. Come lei, tante altre donne muoiono nello schianto. Maria Giuseppina invece, muore carbonizzata, lasciando orfani i suoi figli. Purtroppo nessuno riesce a sfuggire alle fiamme. Nessuno si salva.
Questa del 25 marzo 1911 è la tragedia più grande mai avvenuto nello stato di New York in ambito lavorativo. Oggi tutte le donne morte durante quel maledetto rogo, sono state identificate, a distanza di anni, grazie a piccoli oggetti che ne hanno permesso il riconoscimento. Ad ognuna di loro è stata dedicata una piazza nel luogo in cui sono nate. Delle 126 donne decedute, 38 erano italiane.
Ad Armento c’è una piazza dedicata proprio a Maria Giuseppina e Isabella. Un gesto importante per la memoria, la cultura e la storia di un paese che non vuole dimenticare le sue figlie.