È il 23 novembre 2010 e la Giunta Regionale di Basilicata ha approvato, con la delibera n. 1928, l’acquisto della scultura “La Goccia” dell’artista giapponese Kengiro Azuma.
Il nome completo dell’opera è “MU 765 G”. Azuma, che ha battezzato col nome “MU” la sua prima opera, da allora ha continuato ad intitolarle tutte nello stesso modo, distinguendole solo attraverso l’accostamento di un numero progressivo.
L’idea di dedicare a Matera la forma della goccia, ha un significato molto profondo e strettamente legato alla secolare storia della città: l’acqua e la sua rigenerazione continua, simbolo di vita.
Ma l’acqua è sempre stata l’elemento naturale per eccellenza di Matera, perché raccolta attraverso il sistema delle cisterne che si sviluppa sotto i Sassi e il cento storico, come nel caso del Palombaro Lungo. Inoltre all’interno delle case grotta, è molto probabile trovare dei piccoli “pozzi” per la raccolta delle acque piovane.
Alta tre metri, completamente in bronzo e posizionata davanti a Palazzo Lanfranchi, l’opera di Azuma è stata acquistata per 150mila euro dalla Regione Basilicata e affidata alla fondazione Zètema.
Oggi, “La Goccia”, è diventata un punto di riferimento per i cittadini di Matera che usano la scultura come posto d riferimento in cui incontrarsi. Per poterla vedere, toccare e fotografare, infatti, occorre semplicemente recarsi vicino piazzetta Pascoli e, davanti il Belvedere, c’è anche questa importantissima e imponente opera.