Il 22 ottobre 1861 Carmine Crocco, il “generale dei briganti”, e José Borjes, ufficiale spagnolo, s’incontrano in gran segreto nel bosco di Lagopesole.
Borjes è stato incaricato dai Borboni di animare il popolo del sud Italia affinché si ribelli al governo piemontese e proclami l’autorità di Francesco II su quelle terre. A questo scopo è finalizzato l’incontro con Crocco anche se, fin da subito, lo spagnolo non sembra molto ben disposto al dialogo coi briganti. Né questi ultimi sembrano appoggiarlo.
Ma Borjes non può fare a meno di loro se vuole guidare una rivolta. Le truppe e i rinforzi che gli erano stati promessi, infatti, non sono arrivati.
Così, arriva a Lagopesole il 19 ottobre. Crede di essere accolto con ogni onore dal “Generale” che, invece, si fa attendere. A lungo.
Trascorrono tre giorni, snervanti, prima che Crocco lo riceva. E, quando finalmente i due uomini si presentano l’uno all’altro, le scintille sono evidenti. Il brigante non intende arretrare di un passo davanti ai suoi uomini. È il capo e continuerà a esserlo. Borjes non condivide affatto, ma è costretto ad accettare: se vuole assaltare Potenza e stabilire il nuovo governo delle Due Sicilie, ha bisogno di Crocco.
Ma nulla di quanto sperato dallo spagnolo si realizzerà mai. Il capoluogo è ormai fortificato e nuove milizie stanno arrivando. I due combattenti presto si divideranno.