Giorgio Bassani è stato un poeta e scrittore, noto per le sue opere più evocative come il Giardino dei Finzi-Contini e Cinque storie Ferraresi. La sua scomparsa, avvenuta il 13 aprile del 2000 lascerà un grande vuoto nella cultura italiana. In Basilicata, in particolare, l’autore sarà ricordato anche per altre ragioni. Trecchina, il comune del potentino, porta ancora oggi nel cuore le parole d’amore che l’autore le aveva riservato. Bassani amava Trecchina, spendeva le sue giornate nella piazza centrale del paese emblema dello stile liberty, definita con disincanto il “salotto”, che ogni estate si anima oggi come allora per dare inizio alla stagione culturale del luogo. A Trecchina Bassani ritornava indietro nel tempo riscoprendo l’amenità di quel borgo immerso nel verde e inebriato dal profumo dei tigli.
Forse il luogo che più di tutti preferiva era un’antica pasticceria, genuina e autentica, dove gli riservavano sempre dolcetti e biscotti.
Il rapporto di Bassani con la Basilicata, però, non va cercato solamente al dolce paesaggio appenninico: l’autore parlerà diffusamente anche di Maratea e lo farà in modo alquanto insolito, quasi perentorio. Nella perla del Tirreno aveva vissuto una delle sue stagioni decisive. Era affascinato da quei luoghi aspri e magnifici sorvegliati dal Cristo redentore ed è proprio a questa statua che riserverà una critica passata alla storia. L’imponente statua, meta di turisti da decenni, è stata equiparata da Bassani a una statua di epoca fascista: “Guardiamolo serenamente, attenendoci ai criteri della pura visibilità: e non ci sarà difficile riconoscerlo per fratello di tante altre statue del tempo fascista, appena appena camuffato com’è dall’atteggiamento gigionescamente serafico di un deteriore cattolicesimo”.