Ci sono porte in Basilicata che non si chiudono mai. Soprattutto nei paesi più piccoli, restano aperte in attesa dell’arrivo di un amico, di un familiare o di un visitatore. Spesso dalle stanze interne proviene un profumo di pane messo a lievitare; quello del camino da poco spento oppure lingue di aromi di erbe messe ad essiccare, lontano dall’umidità.
Queste porte aperte sono forse uno dei retaggi più incantati della Basilicata arcaica e contadina, di un senso di comunità e di curiosità verso l’altro cha ancora permane. Come anche il brillio delle finestre: serrate o spalancate tradiscono frammenti di vite trascorse, appartenenti al passato o gioiosamente vitali, con panni stesi che già si proiettano verso il futuro.
Una carezza di bellezza che traspare da molte foto pubblicate sui social.
L’eleganza di questa porta illuminata a Salandra, è merito della sua pregevole fattura e della luce che la inonda di garbato mistero. Nello scatto di _lefilblue_
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Porte, finestre…una torre. Non manca nulla a questo scatto di Giacomo Vichi pubblicato su Facebook
Robdrusilla, invece, ci consegna intatta la magia di Tricarico, espansione dell’anima (immensa) di Rocco Scotellaro che dai muri e dalle finestre sorride ancora.
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Ultima tappa: Santarcangelo. Il sole è come un panno di morbido velluto che accarezzi e scaldi tutte le cose. Nella foto di pino_sansanelli.
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