Si è spento a Matera il giornalista e fotografo Domenico Notarangelo. Nato a Sammichele di Bari nel 1930, Mimì, soprannome con il quale era conosciuto, si fa adottare dalla città dei Sassi a partire dagli anni Cinquanta. Proprio Matera con i suoi abitanti, i suoi riti e la sua cultura saranno al centro della sua indagine antropologica.
Mimì è stato un uomo curioso di conoscere l’umanità nelle sue molteplici sfaccettature e questo gli ha consentito negli anni di raccontare attraverso le immagini, le storie che si celavano dietro i volti e le scene che immortalava.Notarangelo ha saputo catturare l’anima dei soggetti ripresi, grazie al suo acume da giornalista e alla sua sensibilità maturata anche nelle esperienze politiche e in quelle come operatore culturale.
Oggi i suoi scatti costituisconouna vera e propria enciclopedia, la testimonianza di costumi e tradizioni locali: un archivio di centomila immagini e centinaia di filmati dichiarati dal 2011 Bene Storico di Interesse Nazionale dal Ministero dei Beni Culturali.
Chi, se non un “ladro di anime” (come lo definirà David Grieco in un film del 2019 a lui dedicato) avrebbe potuto realizzare l’iconico scatto di Pasolini e Irazoqui in pausa sul set del Vangelo secondo Matteo? Notarangelo avrebbe consegnato alla storia un’immagine destinata a permanere nel ricordo del pubblico, proprio come la di lui memoria nella città che lo aveva adottato.